Struttura museale

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Esterno del Museo de La Maddalena a Chiomonte Interno del Museo de La Maddalena a Chiomonte Interno del Museo de La Maddalena a Chiomonte
La cascina detta La Maddalena, sede del Museo archeologico. I reperti custoditi all'interno sono stati rinvenuti nell'area esterna dietro alla struttura museale

Il Museo archeologico di Chiomonte, inaugurato nel giugno 2004, documenta la Preistoria e la Protostoria del sito della Maddalena dal Neolitico recente alla seconda Età del Ferro. Cultura e modalità di sussistenza dei primi abitanti di questa "terra tra le montagne" sono illustrati attraverso l'esposizione dei reperti rinvenuti nell'adiacente area archeologica.

L'esposizione si articola in ordine cronologico: i visitatori intraprendono un percorso nella vita quotidiana di un insediamento alpino di 6000 anni fa attraverso i manufatti ceramici, litici, le tracce delle abitazioni, le tombe riferibili alla necropoli tardo-neolitica, per terminare al piano superiore con l'esposizione di una ricca sepoltura femminile del IV secolo a. C. (età del Ferro).

La signora tra le rocce

Nel corso dello scavo dell’area della necropoli neolitica fu trovata inaspettatamente una tomba ad inumazione femminile databile intorno al 400-350 a.C.. La presenza di un ricco corredo in bronzo la fece subito battezzare “la tomba della principessa”: in realtà si tratta di una donna pienamente adulta, come suggerito dall’analisi preliminare dei resti ossei. La defunta era collocata in una cassa lignea (o nel tronco di un albero) all’interno di una fossa rinforzata sulle pareti con lastre e ciottoli. Di grande interesse il corredo bronzeo: due fibule a staffa ripiegata con un castone di corallo (scomparso per l’acidità del terreno) chiudevano rispettivamente la stola sopra la tunica ed il mantello, in lana fitta infeltrita per impermeabilizzarla; esso era stato probabilmente utilizzato come sudario, chiuso dalla sua fibula, più massiccia, visto che questa si trovava nello scavo alla vita e non sulla spalla, come di consueto. Due armille in bronzo massiccio ornavano i polsi mentre una più larga, di verghetta più sottile, era collocata sull’omero destro. Una cintura in cuoio decorata a motivi di borchiette di bronzo e chiusa con un fermaglio in bronzo di tradizione alpina, già rotto e restaurato in antico in modo approssimativo, teneva alla vita la tunica, ma era deposta nella tomba aperta longitudinalmente alla salma, dalla vita al ginocchio destro. Una fossa di spoliazione antica nella zona dei piedi aveva purtroppo prelevato, pochi anni dopo la deposizione, le cavigliere in bronzo e probabilmente il vasellame, forse anch’esso in metallo.

Il corredo metallico è conservato ed esposto presso il Museo di Antichità di Torino.